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Dario Ferrari – 2° Beauty Summit 2018

Pambianco TV (all rights reserved) – 7 MAG 2018

Il numero uno dell’azienda di Agrate Brianza (Mb) ha illustrato i pilastri su cui si basa crescita per il colosso del terzismo: “Noi ci sviluppiamo attraverso l’innovazione e la globalizzazione. Il nostro lavoro è gestire la complessità, perché il make-up ha un’infinità di referenze e varianti, tanti tools, tecnologie diverse . Bisogna avere la flessibilità per soddisfare esigenze diverse e avere sempre idee nuove. Cioè devo accontentare la nera americana e la geisha giapponese, e non è scontato, perché significa modificare l’immagine, il design, il packaging, ma anche le formule”. Ferrari ha specificato che la globalizzazione è ormai un must: “L’azienda ha 46 anni e nel tempo abbiamo costruito un ‘network’ in diversi Paesi, l’ultimo è la Corea. Oggi non si può più gestire un mercato internazionale dall’italia, ma bisogna essere presenti nel Paese, fare ricerche, marketing in loco. I mercati per noi importanti sono Asia e Usa”.

A volte la crescita, nel mondo del terzismo, passa attraverso la costruzione di marchi di proprietà, ma non è il caso di Intercos. Dario Ferrari, presidente e CEO dell’azienda specializzata in make-up, ha raccontato la sua visione sull’argomento a margine del 2° Beauty Summit organizzato da Pambianco in collaborazione con Condé Nast Italia: “Noi ci abbiamo provato tempo fa (con Madina, ndr), e abbiamo aperto negozi monomarca in Italia, ma bisognava esportare il format e crescere. Da una parte c’era il fatto che i nostri clienti si contrariavano, dall’altra il bisogno di acquisire competenze nel fare retail e nel gestire la comunicazione con la consumatrice. Alla fine, al momento opportuno, abbiamo venduto il marchio. E non abbiamo intenzione di ripetere l’esperienza”.